I Gourmets di Sanremo alla “Corte dell’Oca” di Mortara

Dopo che l’anno scorso lo avevamo ospitato con i suoi prodotti al ristorante Manuel di Camporosso, domenica 18 maggio più di una ventina di Gourmets sanremesi si è recata a Mortara, in visita alla “Corte dell’Oca”, nata alla fine degli anni ’80 dalla passione di Gioachino Palestro per i piatti di Lomellina prima, per poi arrivare all’oca con tutte le sue declinazioni. Oggi la “Corte” è dedicata alla valorizzazione della carne di questo bel palmipede il cui nome è spesso impropriamente usato in senso dispregiativo. Abbiamo sentito la necessità di una visita in loco perchè, sempre valido il concetto del “chilometro zero”, a maggior ragione in questo caso, oltre alla materia prima consumata vicino ai luoghi di produzione, anche il fatto che questa venga cucinata da chi sia uso al suo utilizzo ci dava la certezza di un risultato migliore di quello, pur apprezzabile, ottenuto a Camporosso.

La Corte dell’Oca prende il nome dal cortile interno di una di quelle che una volta erano belle case agricole, col portale in legno per l’accesso dei carri trainati dai buoi; ora la casa è assorbita dalla città, ma la struttura è rimasta quella originaria, riconoscibile da chi queste antiche case le ha vissute nei tempi andati. Qui il simpatico Palestro ci ha accolto con calore e ci ha guidato nella visita dei locali di lavorazione e di conservazione dei prodotti, in particolare salumi di diversi tipi e patè di fegato. Terminata la visita “tecnica” ci siamo dilettati a un goloso tavolo di assaggi accompagnati da un ottimo Prosecco di Valdobbiadene, il tutto messo generosamente a disposizione da Gioachino. Naturalmente nel locale accanto alla sala vi è il negozio per la vendita dei prodotti, qui alcuni di noi si sono giustamente lasciati trascinare dalla gola facendo abbondanti acquisti, in un caso si è anche andati oltre perchè un Gourmet ha pure acquistato un piumino di piuma d’oca di Palestro per il letto del prossimo Inverno. Evidentemente, come per il maiale, nulla dell’oca va sprecato. Pur placato il primo morso della fame l’ora volgeva al desio, a piedi ci siamo quindi avviati al non lontano ristorante “Cuuc” del figlio Davide Palestro; gli altri due figli: Daniele e Daniela, sono ben inseriti nell’azienda con compiti diversi, la figlia in prospettiva di stage di cucina ad alto livello. Lo strano nome del Cuuc pare si riferisca a un nomignolo del figlio Davide ancora nella culla o a un suono per richiamare la sua attenzione. Nel bel locale rustico in pietra e mattoni a vista ci era riservata una spaziosa sala, dove ci siamo accomodati in ordine sparso, pronti a gustare il seguente menù:

 Insalatina di petto d’Oca stagionato alle erbe fini,
melograno, glassa allo zafferano e “Fumo d’Inverno”
Salame d’Oca di Mortara IGP
Patè di fegato d’Oca con pain brioche ai fichi secchi
Galantina d’Oca ai pistacchi di Bronte e tartufo nero
Marbrè di carne d’Oca
Prosciuttino d’Oca stagionato
 
Risotto Carnaroli con Bonarda, polpa di salame d’Oca e fagioli all’occhio
Tortelli di stufato d’Oca con burro al Timo e il suo fondo bruno
Quartino di coscia d’oca in “dolce cottura”,
patate all’alloro e cipolline borrettane glassate con uvetta e pinoli
Crema bruciata alla Vaniglia, Bourbon e fragole

Non spaventi il sovrabbondante enunciato del menù; tutto è stato servito in misura equilibrata, o almeno così ci è parso, a meno che l’asservimento alla gola non ci abbia ingannato. Ad accompagnare le portate due Bonarda 2012 Fratelli Agnes, una più leggera e vivace “Campo del Monte”, ferma e più strutturata l’altra “Possessione del Console”, comunque entrambe piacevoli e adatte alle portate. Alla fine Gioachino Palestro ci aspettava per scortarci fino alla partenza ed è stato da tutti ringraziato per la sua cortesia. Come in tutto lo svolgersi di questa nostra spedizione, anche propiziato dalla bellezza dei luoghi, dall’accoglienza, dalla qualità delle portate, dal tempo atmosferico, lo spirito è sempre stato di grande piacevolezza e allegria, ancor più del solito, forse per distaccarci dalle tristezze che tutti i giorni oggi ci colpiscono, foss’anche solo dalle notizie sui giornali. Un rilassante viaggio di ritorno ci attendeva sul pullman sovradimensionato. Sursum corda e alla prossima!!